Nuove regole sul decreto criminalità giovanile: penalità e limitazioni per i genitori di minori di 14 anni.

Nuove misure contro la criminalità giovanile: Daspo urbano e avviso orale estesi anche ai minori di 14 anni

Il governo Meloni ha presentato un decreto di contrasto al disagio e alla criminalità giovanile, che introdurrà alcune importanti modifiche alle norme attuali. Secondo le prime anticipazioni, il decreto prevede che anche i minori di 14 anni possano ricevere il Daspo urbano e l’avviso orale da parte del Questore.

Per quanto riguarda l’avviso orale, la bozza del decreto stabilisce che i ragazzi di almeno 14 anni verranno convocati insieme ad almeno un genitore o altra persona con la responsabilità genitoriale. Inoltre, se il minore ha commesso reati contro la persona, il patrimonio o reati legati ad armi o droga e risulta condannato, anche se con una sentenza non definitiva, il questore potrà chiedere al tribunale dei minori il divieto di utilizzare piattaforme o servizi informativi e telematici specifici, così come il divieto di possedere telefoni cellulari.

L’avviso orale comporta un ammonimento da parte del questore, ma, nel caso in cui il minore lo riceva, i genitori potrebbero essere multati. Infatti, se si provasse che i genitori non hanno adempiuto al loro obbligo di sorveglianza o di educazione, potrebbero essere soggetti a una sanzione amministrativa pecuniaria da 200 a 1.000 euro.

Riguardo al Daspo urbano, il decreto stabilisce che le persone pericolose per la sicurezza pubblica, che si trovino in un comune diverso da quello di residenza o dimora abituale, potranno essere obbligate dal questore a lasciare il territorio del comune in cui si trovano entro quarantotto ore. Saranno inibite dal farvi ritorno, senza autorizzazione preventiva, per un periodo compreso tra sei mesi e quattro anni.

Nel caso di condanne a una pena detentiva non superiore ai cinque anni, il pm notificherà al minore e ai responsabili genitoriali l’istanza di definizione anticipata del procedimento, a condizione che il minore accetti di intraprendere un percorso di reinserimento e rieducazione. Tale percorso potrà prevedere lo svolgimento di lavori socialmente utili, la collaborazione gratuita con enti no-profit o altre attività a beneficio della comunità di appartenenza, per un periodo che può variare da uno a sei mesi.

Infine, un’altra novità introdotta dal decreto riguarda l’evasione scolastica. Invece di una multa di 30 euro, il decreto prevede due anni di carcere per i genitori che non mandano i propri figli alla scuola dell’obbligo senza un valido motivo. L’articolo del codice penale che prevede l’ammenda verrà quindi abrogato e sostituito da uno nuovo che punisce con il carcere chiunque, rivestendo una posizione di autorità o incaricato della vigilanza su un minore, ometta di impartire o far impartire l’istruzione obbligatoria senza giustificato motivo.

Queste misure rappresentano un ulteriore passo nel contrasto alla criminalità giovanile e al disagio sociale, ma sollevano anche molte domande e preoccupazioni. Sarà importante monitorare attentamente la loro attuazione e valutare l’efficacia e l’equità di tali provvedimenti nel tempo.

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