Coinvolgimento di tutti nella lotta contro la violenza sulle donne, afferma l’attrice Gaia Nanni

La violenza di genere è un problema che coinvolge l’intera società italiana e non solo le vittime, gli aggressori o le famiglie colpite. È solo attraverso uno sforzo comune che si può porre fine a questa piaga.

Gaia Nanni, attrice molto amata dal pubblico italiano, è una donna e una madre prima di tutto. Nelle sue interpretazioni ha affrontato tematiche legate alla condizione femminile e, anche nella sua vita privata, ha subito attacchi dopo aver rivelato di aver abortito. Abbiamo voluto sentire il suo punto di vista su questa situazione in cui i casi di femminicidio, stupro, abusi e molestie sono all’ordine del giorno.

Gaia Nanni commenta: “Sono giorni che mi tornano in mente tutti gli orrori di questo Paese allo sbando. Essendo una mamma di due figli maschi, mi sento coinvolta. Siamo tutti coinvolti”.

Parlando del recente stupro di Palermo, l’attrice nota che ci sono state diverse reazioni, che vanno dalla violenza come strumento di riparazione alla strumentalizzazione della vittima per fini politici. Amareggiata, Nanni dice: “Forse non c’è un modo giusto per commentare questo orrore, soprattutto sui social media. Siamo in un tribunale latrina a cielo aperto, dove tutti si ergono a giudici di chi vince, chi muore e chi deve ottenere più like”.

L’attrice sottolinea che siamo tutti coinvolti e illustra come determinate dinamiche della società influenzino anche i giovani. Ad esempio, menziona il caso degli youtuber che hanno spezzato la vita di un bambino di soli 5 anni a causa di una sfida su internet. Tuttavia, Nanni ritiene che sia troppo semplice attribuire la responsabilità solo ai giovani o alle periferie del paese. Invita invece ad investire nell’educazione sessuale nelle scuole piuttosto che lasciare tutto nelle mani di internet e a promuovere un’educazione che includa il concetto di patriarcato nei libri di testo.

La sua conclusione è che è necessario investire nella scuola, nel personale che si occupa dei nostri figli e in un lavoro che permetta di dedicare più tempo libero alla famiglia. Solo così possiamo fare in modo che i nostri figli si sentano meno soli e, in fondo, sentirsi meno soli anche noi. Il suo appello è rivolto a coloro che hanno il potere di fare la differenza.

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