In queste ore l’INPS ha dovuto fare i conti con una triste realtà. È stato introdotta una multa inaspettata per una violazione. Ecco come stanno realmente le cose.
L’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) “è il principale ente previdenziale del sistema pensionistico pubblico italiano, presso cui debbono essere obbligatoriamente iscritti di tutti i lavoratori dipendenti pubblici o privati e la maggior parte dei lavoratori autonomi, che non abbiano una propria cassa previdenziale autonoma”, ecco la definizione che si può leggere su Wikipedia.
Attualmente per vedere le proprie pratiche basta andare sul sito dell’INPS e accedere con il proprio SPID o CIE e il gioco è fatto. Periodicamente ci sono dei concorsi per coprire diverse figure professionali, tra cui possiamo menzionare il funzionario amministrativo, informatico e dirigente amministrativo.
Se sei interessato a lavorare per l’INPS devi sapere che lo stipendio medio stimato varia da 5.420 euro all’anno come junior legal associate a circa 118.043 euro all’anno come dirigente prima fascia.
In queste ore si sta parlando di un concorso che è stato fatto per ricoprire un altro tipo di ruolo, ma ci sono stati degli imprevisti del tutto inaspettati.
Gesto inaccettabile dell’INPS
Qualche volta capita di commettere qualche errore che può costare caro. Secondo quanto riportato sul sito openonline.it l’INPS è stato al centro di un evento spiacevole perché qualcuno ha deciso di fare ricorso per essere stato vittima di una sorta di ingiustizia.
La sua parola è stata accolta e pare che abbia avuto la meglio. L’INPS non ha potuto fare altro che assecondare quanto deciso da terzi. Andiamo a scoprire cosa è successo in queste ore.
Violazione della privacy, multa salatissima
Il Garante per la Protezione dei dati personali ha ritenuto inammissibile la pubblicazione sul web degli esiti delle prove intermedie di un concorso pubblico. Stesso discorso riguarda anche i dati personali di coloro che non le hanno superate. A tal proposito un uomo ha fatto ricorso per aver partecipato a uno per ottenere il lavoro di consulente protezione sociale indetto dall’INPS. Erano disponibili 1.858 posti, ma non è riuscito a superarlo.
Doppia delusione c’è stata nel momento in cui l’elenco dei non ammessi è stato pubblicato sul sito web dell’INPS. Accanto a ogni nome era riportato il voto sia della prova orale che scritta. Il Garante per la privacy ha multato l’INPS con una sanzione di 20.000 euro, una cifra non molto elevata dal momento che chi lavora all’interno dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale sì è mostrato collaborativo rimuovendo subito l’elenco dal proprio sito.