La cashmere revolution di Zegna: a lezione di eleganza da Alessandro Sartori

A rivendicare la stagionalità delle collezioni nell’ambito della fashion week maschile per l’inverno 2024 oltre a Prada ci ha pensato anche Zegna, brand storico made in Biella che nel corso della sua longeva parabola evolutiva ha fatto del knitwear un’arte raffinata e sostenibile. Non a caso il cashmere è la fibra prescelta per la stagione invernale: per la sua versatilità, preziosità, tracciabilità; ma anche a causa della sua propensione a trasformarsi in una vasta gamma di texture e superfici. Tutto nasce dal progetto Oasi che così descrive Alessandro Sartori, direttore artistico del brand: ” l’Oasi Zegna, il fulcro del nostro mondo, è un vero e proprio laboratorio: un luogo nel quale possiamo esplorare nuovi materiali, sviluppare nuove forme, ideare soluzioni di abbigliamento adatte al presente. Qui sperimentiamo con fibre e colori naturali, decodificando funzioni e ricodificando linee per creare un sistema aperto di elementi che esalta, incoraggiandola, l’interpretazione personale”. La collezione, ricca di fogge ricercate e sartoriali, è stata presentata in un immenso spazio milanese dominato al centro da un cumulo di fibre preziose che piovevano all’alto accendendosi dei colori poetici del foliage autunnale.  Il guardaroba di stagione immaginato dal designer è imperniato su un’idea stimolante di trasformazione, dalla materia al colore, mentre libertà e istinto si affermano come forze che plasmano lo stile in modo spontaneo.

Le forme evolvono da quelle già esistenti, si sovrappongono, sviluppano tasche pratiche e generose, maniche ampie  oppure colletti, linguette, chiusure, coulisse. La polifunzionalità viene risolta attraverso un editing accurato e dettagli precisi in capi suscettibili per vocazione di una pluralità di impieghi differenti. In passerella si alternano cappotti dai volumi avvolgenti, piumini con cuciture a ultrasuoni, blazer con doppio collo, anorak senza collo, la nuova giacca “Il Conte” e pantaloni molli e fluidi ricordando vagamente certe collezioni sharp e minimali disegnate da Martin Margiela per Hermès.

Nel défilé di Zegna casacche e pantaloni realizzati in maglia, hanno sia presenza che prestazioni. Overshirt e giacche boxy con tasche sapientemente posizionate suggeriscono non solo funzionalità, ma anche una varietà di posture e atteggiamenti anatomici. I maglioni a coste e imbottiti sono promossi a elegantissimi capispalla. I look di stagione, disinvolti e raffinati, sono completati da guanti lunghi a coste, occhiali senza ponte, stivali a punta tonda con suola in gomma ton sur ton, la nuova Triple StitchTM “Monte” e morbide borse dal design essenziale. Anche qui come altrove in questa maratona di sfilate la stratificazione è un fattore creativo interessante che chez Zegna si traduce al contempo in soluzione e atteggiamento.

La somma dei pezzi è evidenziata dalla gamma dei colori, che a loro volta non sono monodimensionali, ma una sovrapposizione di tinte: note di bianco, ghiaccio, burro, toni di asfalto, granito, nero opaco, foliage e blu inchiostro accanto a punte di rosa alba, sono virati in impasti monocromatici o in mix vibranti. Le texture aggiungono una dimensione tattile: shetland/cashmere multi melange, beaver di puro cashmere, panno lavato, panno intarsiato, panno workwear 3D, pelle plongé doppiata di cashmere, spugna di puro cashmere, raw denim. Un motivo damier allungato si muove ritmicamente sulle superfici. Gongola nel front row il bel Michael Fassbender il divo di ‘Shame’ e ‘The killer’ che, mitragliato dai flash, ha applaudito entusiasta. Alla qualità di Zegna nessuno sa resistere (qui sotto a destra Alessandro Sartori stilista di Zegna).


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