Pitbull dato fuoco a Palermo: padrone minaccia giornalista.

Caso del Pitbull a Palermo: Il Padrone Denunciato per Aver Dato Fuoco al Cane

Mercoledì 10 gennaio, durante la trasmissione “Ore 14”, si è discusso il caso del pitbull di due anni a cui il suo padrone ha dato fuoco dopo averlo legato ad un palo nel cuore di Palermo. L’uomo è stato denunciato, ma al momento è a piede libero. Il conduttore Milo Infante ha introdotto la storia affermando: “Vi dobbiamo raccontare una storia che ci ha colpito molto. Queste immagini si riferiscono a un cane a cui è stato dato fuoco, bruciato vivo. Adesso è in cura ed è molto grave. È stato il suo padrone a dargli fuoco dopo averlo legato a un palo.

La Minaccia e la Libertà dell’Aggressore

Il conduttore ha poi passato la parola all’inviato Alan David Scifo, il quale ha raccontato di essere stato minacciato dall’uomo. Infante ha commentato: “Questa vicenda merita una risposta: può un uomo che dà fuoco al suo cane essere lasciato libero nel giro di poche ore? Un uomo che vive in condizioni particolari che rappresenta un pericolo non solo per gli animali ma anche per la comunità.” L’inviato ha aggiunto che l’uomo era stato rilasciato poche ore dopo l’arresto, e ha espresso la sua preoccupazione riguardo alla situazione. Anche il sostituto procuratore generale di Milano, Antonio Tanga, ha sottolineato che l’uomo potrebbe essere di nuovo in libertà entro la serata, poiché il reato commesso comporta una pena massima di un anno e sei mesi, nei casi più gravi di due anni.

Reazioni e Impotenza di Fronte alla Legge Attuale

Il conduttore ha poi chiesto spiegazioni a Roberto Bruzzone, il quale ha confermato l’impotenza della legge attuale nel trattare tali casi: “Il tipo di pena prevista per atti di questo genere è sotto gli anni previsti per poter applicare una misura cautelare. Quindi c’è poco da fare. Attualmente la normativa non consente di fare praticamente niente a questi soggetti.” Anche Monica Leofreddi ha espresso la sua indignazione riguardo alla situazione, sottolineando la pericolosità dell’uomo in questione: “Chi è che merita una vita così? Chi è che merita di essere sfidato ogni giorno da una persona che ti guarda negli occhi, potenzialmente pericolosa, e che tu aspetti soltanto col timer che faccia qualcosa di ancora più grave che dare fuoco a un cane. Se questo è un Paese civile…

Inoltre, Roberta Bruzzone ha sottolineato l’impotenza nel gestire individui con simili caratteristiche: “Questo qui è uno dei tanti soggetti nella fase precedente a qualche altra aggressione che prima o poi commetterà. Ammesso e non concesso che non abbia già nella sua storia. Perché un soggetto con queste caratteristiche mi pare veramente anomalo che il suo esordio sia dar fuoco a quella povera creatura.” La discussione ha evidenziato la necessità di rivedere le leggi attuali per affrontare in modo più efficace casi di tale gravità.


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